Siamo nell’era del distanziamento sociale:

che tu lo voglia o no. Rassegnati.

Però ti manca la vita vera, l’adrenalina della realtà,
soffri come un cane a non poter andare in vacanza a ferragosto in una spiaggia presa d’assalto dai tuoi simili.
C’è il Covid-19 in giro, devi osservare il distanziamento sociale.

Ciononostante appartieni a una specie, quella umana,
che si distingue dal resto degli animali non perché si adatta all’ambiente circostante,
ma perché adatta l’ambiente circostante a se stesso.

Per cui, in epoca di pandemia, il virus “te spiccia casa”!
Non potresti ancora uscire all’aria aperta
– si avvicina l’estate e mi vuoi dentro quattro mura? No, grazie! –
né avvicinare parenti (diciamoci la verità: chi se ne frega!)
e amici (questo sì che è un peccato…).
Ma sei umano, e la situazione la trovi.

Se sei a corto di idee, leggi qui:
trovi soluzioni pratiche e a basso costo che, per pigrizia, non riassumerò.
Però l’articolo in questione mi porta a riflettere su una delle succitate idee per annullare il distanziamento sociale.
Ovvero quella dei cerchi colorati in discoteca entro i quali ballare a distanza di sicurezza dagli altri.
So benissimo che ti aspettavi un commento sul raggio laser proiettato per terra:
sembreresti un semaforo ambulante. Ecco, ho detto la mia: contento?

Invece

quello che non mi va giù sono i cerchietti.
Tu stai in piedi dentro un cerchio colorato e muovi braccia e gambe.
Ma scherziamo?
Da quando in discoteca ci si va per ballare?

Non neghiamo l’evidenza: la musica da discoteca fa schifo!
Nessuno, sano di mente, va in discoteca perché c’è buona musica.
Da che mondo è mondo ci si va per l’acchiappo!
A chi la volete dare a bere?

Riesci a immaginarti nel tuo cerchietto fuxia mentre ti dimeni come un macaco
e non riesci a fare a meno di mangiarti con gli occhi
la stupenda biondina nel cerchietto verde?
Ti vorresti avvicinare, urlarle qualcosa all’orecchio
– in discoteca è impossibile dire qualcosa senza urlare –
e offrirle da bere nella speranza che trovi qualcosa di attraente in te.

Fallo ora nel tuo cerchio se ci riesci.
Falle un cenno con la mano.
Vediamo se capisce le tue attenzioni mentre scuoti le chiappe sul reggaeton remixato.
Il distanziamento sociale ti ha negato anche quelle poche possibilità che avevi.

Perciò è meglio attendere tempi migliori prima di tornare alla normalità.
Poiché questa, ricorda, non è ancora una situazione normale.
Se pensavi di aver sconfitto il virus, ti sbagli di grosso.
Ti aspetta un passo fuori dal tuo cerchio, con un gin lemon in mano, sorridente.
E biondissimo.