Guarda questa immagine:

è un elefante che dipinge, probabilmente l’hai già vista sui social.

elefante dipinge

Lasciamo da parte ogni considerazione animalista
(l’animale probabilmente vorrebbe fare tutt’altro, e ancora più probabilmente si sottopone malvolentieri al giubilo sciocco dei turisti)
e analizziamo i tratti del dipinto.
Possiamo farlo pur non essendo Sgarbi.

Con un po’ di fantasia potremmo dire che è un autoritratto dell’autore immerso nella natura.
I tratti sono incerti, questo è vero.
Ma hanno anche il pregio dell’innocenza infantile.
Valore del dipinto?
Possiamo ipotizzare che, con pochi centesimi di euro donati al padrone dell’elefante, ci possiamo portare a casa la tela.

E ora guarda questa immagine:

ritratto-di-intelligenza-artificiale

è un dipinto eseguito da un’intelligenza artificiale.
È stato battuto all’asta (432.000 dollari!) da Christie’s, ovvero la più importante casa d’aste al mondo.

Anche qui tralasciamo la probabile coercizione esercitata sul robot.
Il quale aveva sicuramente di meglio da fare, come per esempio sterminare la razza umana…
Guardiamo bene il dipinto in questione:
sembra che abbiano rovesciato litri di solvente, i tratti sono sfocati, la distribuzione dei colori lascia a desiderare.

Eppure se Christie’s la quota, varrà pure qualcosa.

Ma quindi l’arte non è più elevazione dell’essere umano?
Non ha più significante e significato?
Che differenza c’è tra Michelangelo, l’elefante e l’AI?
Ognuno di loro, in fondo, ha dipinto.
E a pensarci bene quello che ci rimette è solo l’elefante, considerato alla stregua di fenomeno da baraccone.
Michelangelo e l’AI hanno lo stesso talento? Lo stesso valore? Trasmettono le stesse sensazioni?

Ora in questa sede non intendiamo promuovere petizioni affinché anche l’opera elefantiaca sia oggetto di battaglie a colpi di rilanci monetari scanditi da un martelletto.
Siamo anzi convinti che lasciare libero l’animale e, tuttalpiù, regalargli un sacco di noccioline sia la scelta migliore.
Ci lascia però un po’ basiti il fatto che il concetto di arte venga contaminato e che le sue maglie siano allargate, slabbrate.

L’AI è una frontiera potenzialmente luminosa, ma lasciamo che ciò che compete all’uomo
– provare e far provare emozioni tramite opere artistiche –
non venga insensatamente scimmiottato.
Sappiamo bene che l’intelligenza artificiale è in grado di fare questo e altro.
Per l’appunto, che faccia altro!

PS:
durante un’ispezione nel mio garage, ho trovato tele dipinte da un elefante evidentemente ubriaco.
O forse erano i miei disegni in prima elementare…