Se non sai chi è Bart Simpson,

possa il tuo nome essere dannato fino alla settima discendenza!

Come dici capo? Troppo cattivo? Ok, la rifaccio.

Se non sai chi è Bart Simpson, informati!
(Ok, licenziamento evitato per ora…)

Ma che c’entra, ti chiederai mio ingenuo lettore, un personaggio di fantasia con la tecnologia?

Il bambino più pestifero d’America ha a che fare con le nostre elucubrazioni in un caso specifico che voglio sottoporti.
Prima di tutto: ti ricordi questo episodio?

Capisco che non hai capito. Non ancora.

Uno dei problemi più stringenti da affrontare al giorno d’oggi è quello della responsabilità.

Prendo spunto da quanto accaduto a un’insegnante, accusata di omessa custodia del cellulare.
Dico subito la mia: le conseguenze affrontate sono più che giuste!

E il motivo è presto detto.

Siamo talmente “impregnati” di smartphone che non possiamo essere Bart Simpson,
non può valere il teorema del “non sono stato io”.
Abbiamo codici PIN, PUK, riconoscimenti facciali, letture delle impronte digitali, esami del sangue e della retina, misurazioni del cranio e angolazioni trigonometriche dell’alluce valgo, password e parole d’ordine…
E lasciamo incustodito proprio l’oggetto che quando si scarica viviamo il momento come un trauma,
come la morte improvvisa del criceto?
La de-responsabilizzazione apre la stura a una serie di fenomeni deprecabili,
come per esempio gli haters e le fake news.
Il fatto di sfogare i bassi istinti (molto bassi, quasi ipogei) sul web, per qualcuno è una specie di scudo intergalattico.

Sarebbe così se fossimo tutti personaggi di una qualche Second Life, degli avatar, alter ego.
Invece il web è parte presente, se non dominante, della nostra esistenza.

Lasciare il telefono in balia di chiunque
– che sia marito o moglie, figlio o bisnonno non importa –
non ti esime dalla tua colpa.
Quello è il tuo tessssssssoro!
Lì dentro conservi tutte le chiavi di accesso che dominano la tua vita
(banca e carte annesse, il compleanno della tua amante, password dei vari siti per viaggiare,
il link porno che ti ha inviato il tuo collega),
non è pertanto ammissibile che un’altra persona possa utilizzare il mezzo che hai di comunicare col mondo.

Ricordi quando i tuoi genitori ti facevano le raccomandazioni di rito?
Non accettare caramelle dagli sconosciuti, non dare confidenza agli estranei ecc…

Oggi si devono integrare i moniti di una volta con quelli che hanno validità attuale.
Tipo: non lasciare incustodito il tuo smartphone; non rivelare le tue password ad anima viva;
non credere alle mail dall’ambasciatore del Gibuti che ti promettono milioni in cambio di quarantamila euro;
non essere Bart Simpson!