Ti ricordi del film “Point break?”

Parla di una banda di rapinatori di banche appassionati di surf.
Non che sia un capolavoro, intendiamoci, ma qui non siamo in una rubrica cinematografica.
Quello che mi interessa è l’argomento del film.
No, non rapinare banche!
Mi interessa parlare di surf.

Non sono un appassionato di surf,
anche perché vivo sì in una città di mare,
ma è generalmente calmo e liscio come un piatto pieno d’olio.

Oltre tutto il mio equilibrio, specie dopo il terzo bicchiere,
lascia alquanto a desiderare.
Insomma, non ho il physique du rôle del surfista.

Per quelli come me – giuro che non vorrebbe essere un insulto –
dei capoccioni hanno ideato un aggeggio tecnologico
che potrebbe far surfare anche un elefante su uno specchio d’acqua immobile.
Si chiama waydoo flyer one, e ti assicuro che la cosa non mi fa contento affatto.

Lo so cosa stai pensando: perché un pezzo di legno come me dovrebbe essere contrario
a una cosa all’apparenza così meravigliosa che oltre tutto mi potrebbe rendere strafigo?

Torniamo all’inizio: ti ricordi Point break?
Ecco, capisci allora?
Fare surf non è mettere i piedi su questa specie di aliscafo che ti porta a zonzo a una spanna dall’acqua.
Il surf racchiude in sé qualcosa di ancestrale.
Non è solo sport.
È una delle tante prove di coraggio e abilità alle quali si sottopone l’essere umano.
La ricerca ossessiva dell’onda perfetta, come rappresentata in Point break,
è una metafora della ricerca spirituale, metafisica.

Mi spieghi che c’è di metafisico in una tavolozza con un’elica da fuoribordo sotto?
Dov’è la poesia di svegliarsi all’alba in una giornata di vento sull’oceano?
Nuotare oltre la cortina delle onde e poi cavalcarle con grazia,
facendo una pazza corsa cercando di non soccombere alla furia del mare.
Questo è surf.
Quello invece è uno scooter progettato diversamente.

Ok, lascia perdere la filosofia.
Il motivo è che costa troppo!
Non me lo posso permettere.
Non sarò mai uno strafigo, mi rassegno.
Mi butto sul divano, come una balena arenata,
e guardo per l’ennesima volta Point break.
Ah, se ci fosse l’onda giusta ti farei vedere io cosa so fare…